TORRENOVA (ME)



L'assalto ad uno degli ultimi tratti di costa naturale della provincia

Torrenova. Il lungomare, altrimenti definito “Via di fuga”
Nell'ultimo tratto di costa tirrenica non ancora urbanizzato, la Regione ha autorizzato, in deroga alla legge regionale 78/76 che impedisce costruzioni entro i 150 metri dalla battigia, una variante al Piano Regolatore per realizzarvi una nuova strada lungomare, oggi finanziata nel quadro del Patto per il Sud.
L'opera contrasta con le "Linee guida nazionali per la difesa della costa dai fenomeni di erosione" le quali affermano che "particolare attenzione va posta anche su quei tratti costieri che ad oggi conservano una buona naturalità in quanto minimamente o per nulla interessati da infrastrutture o sistemi insediativi o opere di difesa rigide". 
L’approvazione della nuova strada lungomare è stata motivata dalla dichiarazione del Comune secondo la quale il tracciato stradale, posizionato  “ad una distanza inferiore a 150 metri dalla battigia”  sarebbe ”limitato ad un utilizzo pedonale e ciclabile e da utilizzare in particolari orari e/o cause di ordine pubblico ed emergenza da parte di mezzi di servizio e soccorso”.
Questa formulazione sembra essere un escamotage  per aggirare il vincolo di inedificabilità assoluta, dal momento che il titolo del progetto esecutivo andato in appalto suggerisce ben altre destinazioni titolando: “Lavori di realizzazione della strada litorale del Comune di Torrenova, avente valenza di infrastruttura di collegamento intercomunale e finalizzata a migliorare l’accessibilità demaniale ed elevare i livelli di sviluppo e di sicurezza del territorio”. 
La destinazione indicata nel titolo non sembra proprio corrispondere a quella  dichiarata per aggirare il vincolo, ma - si sa - ormai le parole sono usurate ed abusate, ed hanno perso significato. Insomma, forse inconsapevolmente, a distanza di 50 anni gli ideatori dell’opera hanno dato concretezza al famoso slogan sessantottesco “La fantasia al potere”.
A leggere il decreto di approvazione della variante urbanistica in deroga l'intento di eludere il vincolo sembra emerge pienamente.(1)
Quella che viene proposta come una pista ciclabile e pedonale avrà nella realtà una carreggiata  larga 10 metri e 50 cm (troppa grazia per una promenade ciclabile e pedonale!), il cui percorso si svilupperà (vedi la fotogallerytra i 110 ed i 50 metri dalla battigia per circa 4 Km in un tratto di litorale che soffre problemi di erosione, tant'è che è stato individuato nel PAI Sicilia come zona R3 ed R4, cioè a rischio elevato e molto elevato.  E pare emergere pure una qual certa compiacenza dell’ARTA, dato che la larghezza del corpo stradale indicata nella variante supera di 2,50 metri quella massima di 8 metri prescritta dal decreto di autorizzazione in deroga. 
Come possibile?
Facile: basta dire che il marciapiede, o parcheggio, a margine della carreggiata sia invece “area riservata alle condotte”. Tanto la Regione se la beve!
L’opera, intanto, è stata finanziata col famoso “Patto per il Sud”, è stata appaltata e costerà 5 milioni 835 mila euro.
La sua posizione è quella ideale per creare problemi non appena, per un arretramento anche temporaneo della spiaggia, sarà lambita dalle onde.
Allora si porrà il problema di difenderla, ed ecco che l’industria delle emergenze avrà trovato nuovo carburante per macinare spesa pubblica. Con molta tempestività, lo stesso comune di Torrenova si è già "portato avanti" avanzando domanda di finanziamento di un progetto di difesa costiera dell’importo di 2 milioni 170 mila euro.
Viene da chiedersi il perché di questi escamotage.
Non sarebbe più corretto e più decente, posizionare la strada oltre i 150 metri dalla battigia e dichiararne l’uso che effettivamente si vuole dare?  
Probabilmente la posizione del percorso potrebbe ottimizzare una futura trasformazione in senso edificabile delle aree che saranno servite dalla strada. Insomma, dietro l’angolo si potrebbe profilare la possibilità di nuovi insediamenti che, sempre in nome di un improbabile sviluppo dell’economia turistica, finiranno per consumare uno degli ultimi tratti di litorale in cui si era miracolosamente conservata la continuità spiaggia - territorio agricolo, e con essa la vera risorsa per competere seriamente in un mercato che si va orientando verso la fruizione dei beni ambientali e culturali. (Guarda la Fotogallery)

Giugno 2018

 

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